Gli esperti del settore confermano che conviene affrettarsi ad acquistare pellet: già oggi, infatti, i prezzi del pellet sono nuovamente in rialzo e il rischio è che tra qualche settimana sarà molto costoso fare la scorta per l’inverno!

Ma quali sono le ragioni per cui il pellet è aumentato nell'ultimo anno?

• aumento dei prezzi per carburanti e trasporto: l’Italia è un paese che importa pellet e che le spese di trasporto incidono per circa il 50% sul costo del prodotto;

• aumento della domanda: complice l’aumento del costo del gas, sempre più famiglie hanno scelto di passare a un impianto a biomasse e di conseguenza la richiesta di pellet è aumentata;

• riduzione dell’offerta: allo stesso tempo i Paesi produttori di pellet hanno ridotto le esportazioni così da non mettere a rischio il fabbisogno interno. 

• scarsità della materia prima: a tutto questo va aggiunto che il legno scarseggia in tutta Europa, tant’è che nell’ultimo periodo il costo di legna e pellet è lievitato. 

Tra marzo e aprile 2023 i prezzi del pellet sono tornati ad avere un importo ragionevole: per un prodotto di ottima qualità, infatti, si poteva spendere anche 6,00 euro per un sacco da 15 chili.

Tuttavia, ciò non deve far pensare che l’emergenza pellet sia finita: già oggi, infatti, i prezzi hanno ripreso a salire.

Ragion per cui se hai intenzione di acquistare pellet per l’inverno 2024 devi iniziare fin da subito a cercare: ancora oggi, d’altronde, è possibile trovare del pellet in pronta consegna a buoni prezzi, mentre per i prodotti di alta qualità - si pensi ad esempio al pellet austriaco - si arriva fino a 9 euro.

Ma la situazione si sta evolvendo velocemente e il rischio è che aspettando qualche settimana il prezzo lieviti toccando le soglie già raggiunte nel prestagionale dello scorso anno, con il rischio di doversi accontentare di prodotti scadenti che rischiano di compromettere il funzionamento della tua stufa (o caldaia) a pellet.

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E bisogna considerare anche una percentuale di speculazione, in quanto ci sono stati commercianti che nel periodo di massima richiesta hanno aumentato sempre di più i costi, tanto da farli arrivare a prezzi persino superiori al 300% rispetto alla stagione prima. E nel frattempo sono usciti fuori dei combustibili realizzati con materie prime alternative: dai girasoli al nocciolino, fino al mais.